Il nome “tacca” già spiega di cosa si tratta : appunto una “tacca” su una parete di marmo verticale e quindi “tacca bianca” dal colore della pietra pregiata, siamo sulle Alpi Apuane - Monte Altissimo - dove il marmo viene estratto, annientando le montagne, sin dai tempi dei romani, è il marmo del Monte Altissimo che Michelangelo scolpiva ...ma veniamo subito alla descrizione del percorso e qualche dato utile oltre alla mappa topografica di cui sotto: traccia gps - mappa 3d .
29 Maggio 2011: Partiamo da casa alle 06,00 ed in autostrada usciamo a Versilia, si procede per Seravezza, quindi Arni e parcheggiamo alle 08,00 presso “Le Gobbie” dove poco dopo, mia moglie ed io, iniziamo il cammino in direzione sud sul sentiero 33, dopo aver percorso un primo trattosu strada di cava notiamo il segnale sulla destra che entra nel bosco verso il Passo degli Uncini, che raggiungiamo in 45'.
Mentre saliamo ci fermiamo alcune volte per ammirare dietro di noi il bel panorama del Passo Sella e del Monte Sumbra sulla destra.
Dal Passo degli Uncini, tralasciando le indicazioni del sentiero CAI 33 per il Passo della Greppia sulla destra (che condurrebbe comunque alla strada di cava sottostante), scendiamo un dritto canale privo di sentiero, e poichè in una escursione precedente non ci era piaciuto molto per il terreno franoso, stavolta abbiamo negli zaini due corde da 60 metri, imbrachi moschettoni e discensori che usiamo per la discesa in corda doppia (più che altro si è trattato di fare un po’ di esercitazione con le corde ... in realtà la cosa più indicata sarebbe di procedere per il sentiero 33 !)ed in un paio di ore siamo alla marmifera 250 metri più in basso (nota: senza l’uso di corde ci era voluto circa un’ora e venti ma senza dubbio era stato molto più pericoloso e meno divertente !).
Mentre percorriamo la marmifera in leggera salita in direzione est per circa 1,2 Km sino a raggiungere la Cava della Macchietta scorgiamo un gruppo di escursionisti sulla cresta verso il Monte Altissimo.
Le cave delle Apuane nei giorni in cui non viene svolto il lavoro sono estremamente silenziose e, secondo me, incutono un certo timore forse per eventuali pericoli insiti al luogo, adesso dobbiamo decidere se proseguire il nostro percorso o tornare indietro, qui siamo ancora in tempo, più avanti non sappiamo , il sentiero della Tacca Bianca ha fama di essere abbastanza impressionante … osserviamo la scaletta a pioli sulla destra della cava e non siamo molto ispirati, ma ormai siamo in ballo e decidiamo di proseguire.
La scala alta circa 5 metri non ha una struttura rigida, è composta da cavi metallici laterali che reggono dei pioli per cui bisogna affrontarla con attenzione per non farla brandire troppo, reggendomi ai cavi laterali arrivo in cima: ok ce l’ho fatta, adesso tocca alla Manu che invece preferisce tenersi direttamente ai pioli, comunque anche lei arriva sana e salva.
Da qui inizia un sentiero scavato nel marmo che conduce 100 metri più in alto, con una via di lizza sino alla Cava della Tacca Bianca: la montagna è stata forata dall’alto e affettata dal fronte, sul lato sinistro si vede la famosa via dei tavoloni: una serie di pali di ferro infilzati nel marmo che in origine supportavano delle tavole in legno e che ne permettevano la percorrenza da parte dei cavatori.
Sulla destra ci sono ancora dei macchinari che servivano per calare a valle il marmo tagliato, una toilette anche questa intagliata nella parete così come un piccolo altarino.
Dopo qualche foto all’ambiente decidiamo di proseguire sul sentiero della Tacca Bianca che ci condurrà al Passo del Vaso Tondo. Da questo punto in avanti abbiamo la dritta parete di marmo sulla sinistra ed il vuoto sulla destra, il sentiero varia dai 60 ai 100 cm con il piccolo particolare che in alcuni punti la parete spinge in fuori e in uno di questi passaggi strisciamo letteralmente con la faccia sul marmo, si tratta di 2/3 metri di sentiero da brivido, la macchina fotografica è riposta dentro lo zaino per non avere ulteriore ingombro e li rimane sin dopo aver fatto la traversata ...! la parte finale che conduce al passo è in salita su gradini intagliati e un po’ coperti dal paleo.
Quando finalmente sbuchiamo al Passo del Vaso Tondo scarichiamo gli zaini, mangiamo qualcosa e ci rilassiamo una decina di minuti prima di proseguire in direzione nord-ovest sul sentiero No.143 molto panoramico che ci conduce in circa mezz’ora alla vetta del Monte Altissimo dove finalmente mangiamo.
Dalla vetta si gode un bel panorama sulla costa della Versilia e della Liguria, il Monte Sagro, l’Alto di Sella, il Sumbra, le Panie ….
Scendiamo verso il passo degli Uncini direzione ovest su bel sentiero in parte in cresta e dal passo torniamo all’auto in circa 35 minuti e al bar-ristorante Le Gobbie facciamo merenda.
Qui sotto a sinistra: Vetta del Monte Altissimo - a destra: La discesa
Nota: come si può capire dalla descrizione il tratto della Tacca Bianca è un percorso impegnativo per l'esposizione da farsi esclusivamente se non si hanno problemi di vertigini ed essendosi assicurati che nei giorni precedenti non ci siano state precipitazioni di pioggia.
Ancora una breve considerazione: spesso si sente dire che sulle Dolomiti i sentieri sono inflazionati, anche troppo segnalati, troppi cavi di sicurezza, in breve resi troppo aperti ai turisti qualche volta per niente preparati o attrezzati alla montagna. Vorrei dire che le economie locali di tali zone ricevono dal turismo di montagna un input non indifferente e forse, anche sulle Apuane, attrezzando in maniera adeguata percorsi come quello descritto, con qualche pannello illustrativo sulle cave, il lavoro e la vita dei cavatori, il ripristino dei macchinari ancora in loco, si potrebbe ottenere uno sviluppo basato su un turismo alternativo, ed evitare che certi sentieri siano motivo di pericolo quando potrebbero essere percorsi da escursionisti anche meno esperti, magari accompagnati da guide.